giovedì 26 dicembre 2013

lunedì 25 novembre 2013

Anche Montefalco è stata conquistata

Anche Montefalco è stata conquistata… 

Partenza sabato 23 novembre ore 7 da Empoli: il festoso gruppo di pantagruelici soci, suddiviso su due minibus ed un’auto, parte alla conquista delle cantine di Montefalco e Bevagna. 
Prima tappa Azienda Agraria Scacciadiavoli, Montefalco: la deliziosa Liù Pambuffetti, ci ha subito accolti con cortesia e con qualche anedotto curioso sul nome della cantina. Scacciadiavoli, deriva dal soprannome dato ad un esorcista che viveva in un borgo ai confini della proprietà e che utilizzava il vino per i suoi rituali. Finito il giro e la serie di domande intelligenti di Paolone, inizia la degustazione con assaggio di prodotti tipici: Brut metodo classico, Rosè metodo classico, Grechetto 2012, Montefalco rosso doc 2009, Montefalco Sagrantino docg 2007, Montefalco passito 2006, più qualche porzione extra di prosciutto e di pane e olio. 
Caricati i bagagliai di scatole e bottiglie, destinazione Spiritodivino, piccolo ristorante ricavato in un antico mulino del 1200 all’interno dello splendido borgo medievale di Bevagna. Pasto veloce di ottima qualità, non certo economico, ma sicuramente nel prezzo è compresa anche la scenografia e, si sa, a Pantagruel piace mangiare anche con gli occhi… 
Ore 15.00 Cantine Adanti, al parcheggio siamo subito accolti da Alvaro, noto cantiniere dell’azienda, che ci affida subito alle premure delle donne Adanti. La gentilissima Rachele, dopo il tour dell’azienda, ci ha guidato nella degustazione del Montefalco bianco doc 2012, Montefalco rosso doc 2009, Arquata rosso igt 2007, e poi solo per Pantagruel, degustazione del Montefalco Sagrantino 2006 e Montefalco Sagrantino 1999. Grande allegria in sala, Alvaro spunta all’improvviso durante la nostra permanenza in azienda, all’inizio ci ha fatto credere che la conduzione della proprietà fosse davvero in mano alle donne, ma la sua presenza aleggia qua e là, ed interviene a supporto di Rachele con anedotti e spiritosaggini. Ha addirittura battezzato in nome di Bacco le nostre astemie, Beatrice ed Antonella, con una benedizione vera e propria fatta con del grechetto! 
Rientro per riposino al Chiostro di Bevagna, antico convento del borgo, ristrutturato in accoglienti camerette per il riposo dei pellegrini bevitori. 
Ore 19.00 partenza per Montefalco, destinazione Alla via di mezzo, nota osteria di Giorgio Barchiesi, in arte Giorgine. Grande aspettativa, ma forse la cucina non è stata all’altezza della fama che lo precedeva o forse, semplicemente, all’altezza della preparazione sempre più affinata del pantagruppo. Alla fine del pasto abbiamo comunque avuto il piacere di scambiare due parole con il grande personaggio, che si è fatto pure due risate con il nostro volantino. 
Rientro a Bevagna per la notte e sveglia la mattina presto con la banda del paese. 
Domenica 24 novembre, splende il sole e noi partiamo per la Cantina Arnaldo Caprai. La bella Giulia ci conduce all’interno dei possedimenti e poi ci guida nella degustazione del Montefalco rosso doc 2010, Montefalco rosso Vigna Flaminia doc 2010, Montefalco Sagrantino Collepiano docg 2008 ed a grande richiesta Montefalco Sagrantino 25 anni docg 2009. 
A pranzo abbiamo finito in bellezza: Osteria del matto, a Spoleto. Appena entrati un festoso Filippo (appunto, il matto) ci accoglie spiegandoci che non c’è menù scritto “è mejo nu scrive niente, è tutto una sorpresa”. Partiamo con una minestrina di fagioli cannellini con ravioli di carne, tanto per scaldarci; farro della garfagnana “ma dalla parte umbra, de qua”; sedano di trevi con salsiccia; bruschetta olio pomodoro, mozzarella, acciuga; bruschetta pomodoro e cipolla di cannara; notevole salsiccia spoletina, macinata ¾ “pè sentì il ciccino der grasso e der magro”; ricotta fritta; bistecchina di maiale “a me la bistecca alla fiorentina nu me dice niente” con fagiolini; preziosissimo assaggio di lumache; ed a questo punto pensi, via ora ci sarà il dolce, invece si ricomincia e ti porta un vassoio di strangozzi al sugo! Finalmente, ma solo perché eravamo pieni, il dolce al cioccolato. Il tutto accompagnato da un buon vino della casa e qualche battuta di Filippo: “Pantagruel, un’associazione de magnaccioni” oppure “è domenica, non lavori, stai a sedè, non c’hai da lavà i piatti, devi solo aprì la bocca”. Un matto, un mito. 
Fine del diario di bordo, grazie a Valentina, Andrea ed Alessandro per la consulenza enogastronomica, grazie a Federico per il contributo grafico, con il nostro volantino siamo attaccati nelle bacheche di Giorgione e Filippo! 
Grazie ai festosi, rumorosi, esigenti, competenti, preparatissimi pantagruelici gitanti, portarvi in giro è un piacere. 
Alla prossima 
Eva 

martedì 19 novembre 2013

FILIPPO, IL MATTO by Alessandro Fontani



Osteria DEL MATTO_Spoleto
Filippo è sempre stato matto!
Un tipo di pazzia legata alla libertà individuale, lui può rimanere poco simpatico se non ne sai cogliere l'essenza fatta di "scorbudagine, insolenza e pigrizia" tipiche dello spoletino doc! ti tratta con leggerezza, sincerità, se ne frega del tuo stato sociale, delle tue origini e se vuoi ti racconta la sua vita fatta di eccessi caratteriali e di spontanea vita "fuori dal mondo". Basta osservare l'arredo della sua piccola osteria per rendersi conto di chi è Filippo, basta osservarlo bene per capire che in lui sono concentrati tutti i vizi dello spoletino medio : magnà, bé, sonnecchià, jji a pecchia (lui l'ha trovata in Thailandia e l'ha portata in terra etrusca!), divertisse, morì a panza piena..
Filppo ha una madre e una sorella, due pazze! 
Le ha messe in cucina e le fa apparire ogni tanto per il giusto tributo alla piccola cucina semplice spoletina che contraddistingue il loro menù sempre diverso e mai alla carta..assaggini vari ed un piatto forte!
Parlare con la madre è un esperienza mistica, se è in forma può farti venire i lucciconi agli occhi dalla felicità. Direi che è cinicamente simpatica ed esilarante quando parla del successo del figlio (l'osteria è sempre piena) a suo dire legata solo alla fortuna di aver schiavizzato i famigliari e per quelle che lei definisce "chiacchiere inutili de quillu paraculo de Filippo".
Nel locale c'è una deliziosa cantina dove ho passato un indimenticabile notte prima di sposarmi, Filippo in quell'occasione ad un certo punto nel suo stile cacciò i pochi clienti estranei al nostro banchetto, chiuse la porta a chiave e sfoderò momenti indimenticabili di spoletinità..affettammo un intero prosciutto e bevemmo con lui fino a notte fonda in un clima quasi surreale di goduriosa leggerezza dell'anima. 
La cantina, allora ben fornita, poi l'ha dovuta chiudere perchè i clienti gli portavano via le bottiglie di vino..ma questa è un'altra storia.
Filippo per la cronaca ha anche altri locali a Spoleto, il più bello aperto per eventi è ricavato dal primo forno a legna per il pane di Spoleto..lì sta costruendo un birrificio artigianale, lì 60 anni fa mio zio Giuseppe detto Pino caricava da giovinotto il pane nel cestino per consegnarlo su e giù per la città con la sua bicicletta! 
Alessandro

GIORGIONE by Alessandro Fontani



GIORGIONE_"alla via di mezzo" Montefalco
Giorgio Barchiesi, in arte e per stazza fisica Giorgione.
Deve la sua fama ai segugi di Gambero Rosso Channel che ne hanno fatto in breve tempo una piccola star per gli appassionati di cucina semplice legata al territorio. Un personaggio curioso di origini romane, ma che da ragazzo ha messo le sue radici in Umbria, nel territorio che circonda Montefalco cucinando egregiamente prima a Bevagna, poi con servizi catering di qualità spesso legati agli eventi dedicati al Sagrantino ed infine con il suo nuovo angolino/trattoria "alla via di mezzo" all'interno di un frantoio alle porte del paese. 
Giorgione definisce la sua cucina "laida e corrotta", usa un linguaggio semplice come quei contadini che vengono improvvisamente catapultati nel mondo così detto civilizzato. La sua forza è la grande capacità comunicativa fatta di piccoli gesti e grandissimo amore per i prodotti locali e per il territorio che lo ha accolto a gloria dandogli una chiara palese impronta nello sguardo che possiamo senza indugi chiamare Felicità! 
Cucina semplice, linguaggio buffo, fisico che comunica amicizia.
Tutto parte dal suo orto, dai suoi tanti fornitori a km zero e si trasforma in delizia per i palati che non badano alla presenza o meno di grassi saturi ma che invece apprezzano il gusto costi quel che costi! 
Giorgione è diventato un mito per molti, personalmente rivivo in lui le incredibili gesta culinarie della mia nonna materna Venere. Lui con la stessa stazza, lo stesso linguaggio, la stessa passione per la cucina, la stessa voglia di attrarre a se gli amici per godere insieme il buon cibo semplice ma comunque "laido&corrotto", la stessa capacità di esaltare ciò che la campagna umbra regala senza scartar nulla perchè è peccato.
Alessandro


sabato 16 novembre 2013

MONTEFALCO by Ale Fontani


MONTEFALCO
Delizioso borgo medievale  immerso in un territorio ricco di tante preziose vigne e oliveti da cui nascono un vino in particolare, il Sagrantino, ed un olio, moraiolo, straordinari. Il borgo è un posto dove il connubio buona cucina e slow life è ai massimi livelli, quì il tempo sembra essersi fermato e la semplicità nel quotidiano vivere è ben percepibile tra le vie, in piazza, nella bella campagna che lo circonda. Per spiegare bene lu spiritu dellu paese basta leggere questo famoso sonetto in dialetto di Luigi Gambacurta intitolato MONTEFARGO.


È un pòstu per campà. Sta accoccolatu
da anni e anni sòpre ‘na cullina
de vigne e de lìa verde coloratu
do’ l’ aria è trasparente e ginuina.
Lu tèmpu pare che ce s’è fermatu
come drènto ‘na vecchja cartulina
do’ gnente da com’era s’è cambiatu:
la Piazza, lu Stratòne, chi cammina.
Li viculi sò’ pieni de friscura,
de quarghe otòre armastu appiccicatu
fra le pietre locrate de le mura.
Le strate, li palazzi cò’ le jese,
tutto sunnicchja come appisolatu
de la tranquillità de lu paese.


Godetevela! 
Ale, lo spoletino.


SPOLETO by Ale Fontani

SPOLETO
Spoleto è una cittadina antichissima che ha attraversato con personalità la storia fin dall'età del bronzo, poi come colonia romanica con il nome di Spoletium, come ducato longobardo, sotto lo stato pontificio ed infine con grande splendore nel rinascimento. Oggi tutto nelle vie che percorrono l'ampio centro storico, delimitato dai resti quasi intatti delle antiche mura pre-romane e medievali, trasmette storia e bellezza. A Spoleto è possibile rimanere folgorati da tanta bellezza, immergendosi nei vicoli, affacciandosi nelle tante splendide ed importanti chiese, scoprendo scorci fotografici meravigliosi, rimanendo senza fiato alla vista della piazza del Duomo o dell'altissimo acquedotto romano che unisce il giro intorno alla Rocca Albornoziana a Monteluco, luogo quest'ultimo pieno di fascino dove alla sommità (una volta bocca di un vulcano) è presente un monastero francescano legato al passaggio di San Francesco "nihil jucundius vidi valle mea spoletana" ed un bosco sacro immerso nel verde intenso tipico dell'Umbria, un verde selvaggio e mai pettinato. Spoleto centro culturale importantissimo grazie al Festival Dei Due Mondi creato dal Maestro Menotti, che 56 anni fa individuò in Spoleto la città perfetta per unire i due mondi, quello americano e quello europeo sotto un unico evento che negli anni è diventato un punto di riferimento per artisti incredibili di generi diversi che spesso pur di essere presenti si sono esibiti gratuitamente. Volendone citare alcuni : Nurajev, Roberto Bolle, Joaquin Cortes, Carla Fracci nella danza; Al Pacino, Gassman, Foà, Carmelo Bene, Eduardo De Filippo, Pasolini, Zeffirelli, Visconti, Woody Allen nella prosa. Tanti i teatri, le terrazze, i giardini, le vecchie cantine dove durante il Festival Spoleto diventa un sogno ad occhi aperti. Spoleto, bella di giorno, intima e suggestiva di notte dove si respira il bello ovunque grazie alla straordinaria illuminazione che ne risalta ogni angolo. Per visitarla occorre tempo e forza fisica visto che per arrivare a vedere tutto occorre arrampicarsi per le strette vie fino a raggiungere il grande prato di Monteluco, i pascoli di Patrico scoprendo nel percorso tante piccole chiese piene di storia. Il consiglio per tutti è quello di assaggiare la città e poi di tornare per alcuni giorni durante il Festival dei Due Mondi a scoprire i tanti tesori nascosti. Spoleto, non dimentichiamolo, patrimonio mondiale dell'Unesco.

Godetevela! 
Ale, lo spoletino.